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Immagine del redattoreSara Palladino

Reflusso gastroesofageo e come trattarlo


La malattia da reflusso gastroesofageo è dovuta ad un inappropriato e transitorio rilassamento dello sfintere inferiore dell’esofago. Si verifica quando i succhi gastrici vengono in contatto con la parete dell'esofago, causando un vero e proprio bruciore dietro lo sterno e un rigurgito acido. Se questi eventi superano una determinata soglia, in termini di frequenza e durata, si verifica una vera e propria malattia.


Quali sono i sintomi?

I sintomi più comuni della malattia da reflusso gastroesofageo sono: il bruciore retrosternale (ossia dietro il petto), il rigurgito acido in bocca e la tosse.

Questi “campanelli di allarme” si possono presentare in modo continuativo durante la giornata, oppure in modo intermittente. Ad esempio, è possibile percepire i sintomi dopo i pasti e durante la notte (tipicamente da mezzanotte alle 3 di mattina), quando assumiamo una posizione orizzontale (ci sdraiamo) oppure, mentre ci pieghiamo in avanti (come quando ci si allaccia le scarpe).

Ci sono soggetti che presentano invece sintomi non comuni come: sensazione di nodo alla gola con difficoltà alla deglutizione, difficoltà digestive, nausea, laringite cronica, abbassamento della voce, singhiozzo, asma, dolore toracico (simile a quello di natura cardiaca), otite media e insonnia.

Il bruciore occasionale viene solitamente gestito con alcuni accorgimenti nello stile di vita e trattato con farmaci da banco. Quando il disturbo diventa quotidiano, questo può influire decisamente sulla qualità di vita. In una buona percentuale di casi questa malattia si complica e può provocare ulcere o restringimenti. I sintomi tipici (bruciore dietro il petto, rigurgito acido in bocca e tosse) sono già sufficienti per fare una diagnosi di malattia da reflusso gastroesofageo.

Quali sono le cause del reflusso gastroesofageo?

Il reflusso gastroesofageo può essere causato da diversi fattori. Tra questi c’è la componente alimentare, quella anatomica, la funzionalità alterata dello sfintere, gli ormoni e l’uso di farmaci.

Quando mangiamo, l'esofago, aiutato dalla forza di gravità e da una serie di movimenti ritmici, riesce a far progredire il cibo deglutito verso il basso. Il passaggio del cibo (bolo alimentare) nello stomaco è regolato dallo sfintere esofageo inferiore, una speciale valvola muscolare che si apre per consentire il transito del cibo, l'eruttazione ed il vomito.

Proprio questo sfintere richiudendosi, impedisce la risalita verso l'alto dei succhi acidi presenti nello stomaco.

Un aumento della pressione intra-addominale, come nelle persone in sovrappeso e nelle donne in gravidanza, predispone maggiormente al reflusso.



Trattamenti



La terapia per il reflusso gastroesofageo si basa innanzitutto su un’adeguata educazione alimentare e uno stile di vita sano ed equilibrato.

È necessario seguire delle regole e capire quali sono gli alimenti che non sono consentiti, quelli che sono consentiti con moderazione e quelli che invece possono essere mangiati liberamente.


Alimenti non consentiti

•Alcool (danneggia la mucosa gastrica).

•Salse con panna, sughi cotti con abbondanti quantità di olio, margarina, burro, strutto, dolci creme.

•Brodo di carne, estratti per brodo, minestre già pronte con tali ingredienti.

•Fritture.

•Insaccati come: salame, salsiccia, pancetta, coppa, cotechino.

•Tonno in scatola, acciughe, pesce in salamoia o affumicato.

•Carni molto cotte: bolliti.

•Grasso visibile di carni e affettati.

•Formaggi piccanti e fermentati.

•Evitare cibi e bevande troppo calde o troppo fredde.

•Frutta secca

Alimenti consentiti con moderazione

•Latte o yogurt parzialmente scremati.

•Bevande e cibi contenenti sostanze nervine come la caffeina: caffè, tè di tutti i tipi, guaranà, cacao.

•Cioccolato, agrumi, succo d’agrumi, pomodoro (soprattutto crudo) e succo di pomodoro, cipolla, peperoni, aglio, pepe, peperoncino, menta.

•Vino

Alimenti consentiti e consigliati

•Pasta riso e cereali integrali, avena, patate.

•Pane ben cotto senza mollica o leggermente tostato crackers e fette biscottate.

•Frutta e verdura matura di stagione.

•Olio extra vergine d’oliva a crudo, con moderazione e dosato con il cucchiaino.

•Carni magre private del grasso visibile.

•Affettati: bresaola, tacchino, prosciutto cotto (1-2 volte a settimana).

•Pesce fresco.

•Formaggi: primo sale, fiocchi di latte magro, mozzarella di vacca.

•Acqua piccole quantità durante i pasti ma non meno di 1,5 L al giorno.

•Finocchi, carote, zucchine e cavolo possono attenuare i dolori di stomaco.

•Tisane ed infusi a base di finocchio, camomilla e malva (tiepide o ancora meglio a temperatura ambiente).

Si consiglia, inoltre, di evitare di coricarsi subito dopo i pasti. Sarebbe infatti necessario, non solo, attendere almeno 3 ore prima di sdraiarsi, ma anche consumare pasti più leggeri a cena (ricordiamoci la sera andiamo in contro ad un metabolismo a riposo).

È molto importante ricordarsi di non bere acqua calda (sotto forma di tisane) e acqua fredda da frigorifero in quanto entrambe le temperature possono creare infiammazione.

Se i disturbi permangono nonostante le correzioni alimentari, il medico potrà prescrivere dei farmaci che possono essere di aiuto.

Se dopo un breve periodo di terapia con gastroprotettori non si ottengono risultati, oppure se ci sono anche sintomi "di allarme" come dimagrimento, debolezza e anemia, è necessario eseguire alcuni test diagnostici.

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